Turislucca

La falconeria a Lucca

Se c’è una cosa che mi fa star male, è vedere maltrattare oltre le persone ovviamente , gli animali. Tuttavia comprendo quanto sia insito nella natura umana quell’istinto che chiamiamo caccia. Oggi praticata come sport e un tempo invece considerata una vera e propria arte neccessaria a procacciarsi proteine e calorie. Sino all’avvento delle armi da fuoco anche nelle campagne lucchesi i metodi di caccia erano legati alle trappole e alle armi da lancio o da taglio. I nobili signori medioevali,  a Lucca come nel resto d’Europa, si distinguevano nel praticare la caccia con il falcone. Una caccia per pochi di alto rango e di difficile esecuzione. Non si trattava infatti di esprimere doti di forza fisica o di abilità nella precisione del lancio di freccie, piuttosto quella di creare un particolare affiatamento fra il falco ed il falconiere con ore e ore di addestramento. 

Il più importante documento su questa antica attività venatoria, fu scritto dall’imperatore Federico II di Svevia, il “Puer Apuliae”. Persona coltissima e cosmopolita redasse nella metà del XIII sec. il “De arte venandi cum avibus”, testo fondamentale di cultura medioevale anche per le fini illustrazioni a colori sull’arte della falconeria.

Anche a  Lucca abbiamo alcune testimonianze visive coeve di questa così particolare attività . Il riferimento visivo è proprio nel centro strorico sulla facciata della chiesa di San Michele. Qui, fra le tante tarsie con scene di caccia, possiamo vedere un nobile cavaliere a cavallo che porta al braccio il suo falcone. Una scena da assimillare a questa la si può trovare anche all’interno della stessa chiesa in un graffito alla base della prima colonna a sinistra dove è possibile vedere un falco sul suo trespolo.

La piazza di san Michele doveva essere in epoca medioevale assai colorita. Vi si svolgeva il mercato, e sui banchi vi si potevano trovare tipologie di selvaggina cacciata di ogni tipo: lontre, volpi, volatili, pezzi di daini e cervi, cinghiali e molto altro ancora. In pratica tutti gli animali che si possono ancora oggi scorgere nella stessa facciata della chiesa. Ieri passeggiano per il mercatino dell’antiquariato, sono incappato in un moderno falconiere che portava a giro il suo falco incappucciato come un cagnolino e ripensando a tutto quanto ho finora descritto, per un attimo, mi è sembrato di fare di botto un salto indietro nel tempo.

 Gabriele calabrese

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