Turislucca

Il mestiere della guida… turistica

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Ricordo, diversi anni or sono, l’imbarazzo di un funzionario della locale Camera di Commercio nel dover classificare, per ragioni burocratiche, la mia professione di guida turistica in una precisa categoria commerciale: “Ma lei è un commerciante? E’ un docente? E’ una agenzia turistica? Insomma, mi dica, cosa è? Non esiste nel commercio la sua professione! “

Alla fine, dopo alcuni mesi di quesiti (avete sentito bene. Non giorni o settimane, ma bensì mesi di attesa!) venni a sapere che le guide turistiche rientrano nella categoria degli artigiani.

Devo dire onestamente che questa qualifica mi ha dapprima stupito e poi inorgoglito.

Secondo il dizionario italiano Treccani l’artigiano è colui o colei che crea, elabora e offre un prodotto di qualità, spesso originale, contrapponendosi e diversificandosi da chi lo produce industrialmente ed in serie. Il prefisso della parola deriva da Arte. Ma la nostra arte, quella delle guide intendo, è certamente più speculativa ed intellettuale che manuale.

Può raggiungere in alcuni casi livelli di vera eccellenza.

Chi è, e cosa è dunque una guida turistica oggi, anche alla luce dei recenti accadimenti determinati dalla pandemia da COVID-19 ?

E’ una persona che vive di cultura e produce cultura. Cultura in senso ampio. Una cultura che abbraccia molteplici campi del sapere. E’ un operatore che svolge la sua attività nel campo turistico ed è curioso, costantemente affamato del sapere del bello e del bello del sapere.

Proprio questa tremenda calamità che stiamo vivendo nel mondo intero credo che farà la differenza per questa professione, in un prossimo futuro, in Europa ed in particolare in Italia. Nel paese dove sono concentrati, secondo l’UNESCO, il maggior numero di beni artistici, culturali e paesaggistici del mondo.

Sarà possibile infatti vedere quanti, dei 25.000 colleghi italiani che sulla carta sino a febbraio 2020 erano nelle liste delle guide regionali, saranno sopravvissuti in termini lavorativi a questo micidiale colpo che ha messo in crisi tutta la filiera del turismo organizzato.

Avverrà la scrematura di chi, non per “vocazione” né per passione o capacità specifiche o organizzative, ma per pura convenienza e opportunità, ha in passato abbracciato questo lavoro ed ora “mollerà i remi e la barra del timone” cercando un’altra occupazione più sicura e protetta.

Non li posso certo biasimare; soprattutto i giovani.

In questo momento di limbo assoluto, dove i ministri e i funzionari del turismo latitano tenendo profili tanto bassi da assomigliare ad ectoplasmi, le guide più organizzate e strutturate in associazioni o gruppi, lavorano per quanto possono, elaborando prodotti (tour tematici) rivolti al turismo di prossimità e generando le migliori energie che si concretizzano in sinergie con gli enti territoriali di loro pertinenza.

Tuttavia, anche per coloro che da anni con passione, successo e gradimento della clientela svolgono questa professione è venuto il momento di chiedere alle istituzioni politiche nazionali ed europee che sovrintendono a questo comparto economico divenuto strategico, di fare il punto della situazione in materia di leggi nazionali sulla professione di guida turistica.

Sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, visioni strategiche di ampio respiro e lunga durata, coordinamento e buone pratiche fra i vari stakeholder della filiera turistica, professionalità ed esperienza di chi è preposto a organizzare e coordinare il settore …anche a livello politico istituzionale.

Ed allora mi chiedo e vi chiedo: se non ora che abbiamo il tempo di riflettere e confrontarci su ciò che ho scritto ed altro che è rimasto nella tastiera del computer….quando ?

Gabriele

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