Turislucca

I palazzi del potere a Lucca

Palazzo Bernardini - Lucca

La storia millenaria di Lucca ha permesso fin dalla sua fondazione di epoca romana una straordinaria stratificazione di luoghi ed edifici. Questi, tuttavia, hanno lasciato traccia di se più nella importante messe di documenti di archivio che nella pur notevole, sempre più frequente ed attenta indagine archeologica.
Per ciò che riguarda i luoghi del potere in epoca romana a Lucca, ad eccezione fatta da alcuni interessanti resti di domus ritrovati in zone esterne all’area del foro, non abbiamo elementi di riscontro oggettivi che identifichino esattamente il luogo dove ad esempio si tenne il celebre triunvirato fra Cesare, Pompeo e Crasso. Tuttavia la tradizione orale e quella degli eruditi lo identificano presso l’angusto chiasso Barletti. Questi un tempo probabilmente luogo centrale rispetto all’antico foro romano che ancor oggi, non a caso, individuiamo in parte dal toponimo della piazza denominata San Michele in foro.

Non rimane niente di visibile neppure degli importanti edifici di epoca longobarda quali la curtis regia e la curtis reginae che furono eretti, assieme alla zecca, probabilmente sulle vestigia di edifici amministrativi romani nella zona compresa fra piazza San Giusto e via Beccheria nei pressi della distrutta chiesa palatina di Santa Maria in palazzo ( ora piazzetta XX settembre ). La loro ubicazione ci è nota proprio grazie ai documenti dell’VIII sec. conservati nei nostri preziosi archivi.
Il loro graduale abbandono negli immediati secoli successivi fu causato dalla crescente e progressiva ascesa del potere religioso sancita dal volere imperiale.

Ecco allora l’edificazione di un nuovo palazzo del potere che vedrà nella chiesa di San Martino (dove sarà conservato il prezioso simulacro dell’immagine di Cristo, il Volto Santo) e nel palazzo vescovile edificato nella zona tergale del nuovo duomo, il centro del potere cittadino. In questa zona, grazie anche al flusso costante di pellegrini e mercanti che percorrevano la via francigena, confluiranno speziali e cambiavalute sino alla costruzione nel pieno trecento della fortezza Augusta voluta dal Signore Lucchese e vicario imperiale Castruccio Castratacani.

L’antico foro, la piazza San Michele, come centro del commercio all’interno delle mura urbane mantenne comunque la sua importanza anche come centro del potere cittadino. Sarà infatti il palazzo di proprietà dei canonici di san Michele costruito accanto alla adiacente e coeva nuova basilica edificata con ogni probabilità dal grande maestro pisano Deotisalvi nel 1143 ad ospitare i magistrati comunali e le riunioni del Consiglio Maggiore all’interno della stessa chiesa.
Non si potrà parlare di chiesa palatina o di palazzo comunale poiché, sino alla costruzione del palazzo pubblico costruito sulle rovine dell’Augusta (il castello voluto da Castuccio Castracani nel 1324 e distrutto poi a furor di popolo nel 1370), il comune di Lucca pagherà sempre un affitto per l’uso del palazzo in San Michele. Sarà infatti anche con le entrate di questo affitto che si potrà rinnovare la facciata della chiesa ad opera delle maestranze comacine agli inizi del XIII secolo .

Nel 1400 Paolo Guinigi prese il potere per 30 anni aiutato da favorevoli circostanze politiche e da abili consiglieri divenuti poi segretari di stato come il Sercambi.
Il palazzo pubblico, un tempo sede del potere di Castruccio, divenne il suo nuovo centro di potere anche se i palazzi della sua consorteria a ridosso delle antiche mura romane proiettati verso i nuovi borghi dove si concentravano le manifatture seriche, furono rinnovati in nuove forme divenendo anch’essi un indubbio secondo polo del potere guinigiano. In particolare la nuovissima villa sub urbana edificata a fianco della chiesa di San Francesco diverrà per lui, grazie anche agli eleganti e ameni giardini, il luogo di delizie e di riunioni politiche dove ricevere nel lusso ambasciatori e dignitari di corti straniere.

Palazzo Pretorio - Lucca

Come già accennato, l’importanza della piazza San Michele rimane comunque costante nei secoli come punto di riferimento del popolo e del governo lucchese.
Lo dimostrano nel ‘500 i grandi cambiamenti edilizi relativi al “restailing” di alcuni palazzi medioevali che circondavano la piazza o la occupavano in parte e l’abbattimento delle loro antiche torri. La vera novità fu comunque l’edificazione dei primi edifici più propriamente rinascimentali come il palazzo Pretorio nella zona sud della piazza del 1495 dove risiederà la rota pubblica (giudici e tribunale) ad opera dell’architetto e scultore lucchese Matteo Civitali e successivamente, dal lato opposto, nel 1500 il palazzo poi detto del Decanato costruito dall’orafo e architetto Agostino Marti per il decano di san Michele e vescovo di Worcester Silvestro Gigli.
Nel museo di villa Guinigi sono conservate le tarsie lignee eseguite per gli stalli della chiesa di palazzo dove sedevano gli anziani della Repubblica ad opera dei maestri di prospettiva Ambrogio e Nicolao Pucci. Queste tarsie sono paragonabili a fotografie d’epoca dove la Repubblica lucchese volle esibire un vero e proprio manifesto della prospera classe dirigente cittadina che cambiava pagina anche nell’ammodernamento stilistico degli edifici e delle principali arterie stradali poste nel cuore commerciale e politico della città.

Il XVI secolo segna il momento di massimo splendore di questa oligarchia mercantile al potere. E’ da questo momento infatti che le stesse famiglie mercantili lucchesi più agiate e intraprendenti (Buonvisi, Diodati, Santini, Bernardini, Burlamacchi e molte altre) investono parte delle loro cospicue entrate frutto dei commerci serici e non solo nell’edificazione o nell’ammodernamento dei propri palazzi e nella campagna dei palazzi in villa.

Questi nuovi edifici, edificati sulle fondamenta dei proprietà avite, diverranno i nuovi simboli del “nuovo” potere.
Saranno questi i palazzi in cui verranno, da ora in poi, ospitati ambasciatori e regnanti.
Palazzo Diodati poi Orsetti e dal 1964 sino ad oggi sede comunale, porta ancora i fregi di una di queste illustri visite.
Fu infatti l’ambasciatore della Repubblica lucchese già per tre volte gonfaloniere Michele Diodati ad ospitare nel 1541 niente di meno che l’Imperatore Carlo V in attesa di incontrarsi a Lucca con Papa Paolo III. L’imperatore si offri persino di far da padrino al figlio appena nato dalla moglie Anna Buonvisi imponendogli il nome di Carlo e facendolo poi battezzare niente di meno che dallo stesso Papa.
In ricordo di quell’incontro con l’Imperatore il Diodati fu l’unico nobile lucchese a poter ornare con fregi classici di stile romano e richiami imperiali il portone di accesso al suo palazzo così come possiamo ancora oggi ammirare.

Saranno invece le stanze riccamente decorate in stile barocco ad ospitare a palazzo Mansi teste coronate. Il primo sarà il potente principe poi sovrano di Danimarca e Norvegia Federico IV .
Nel 1762 le fastose stanze del palazzo fecero da sfondo ad un “gossip” a tinte rosa che vide il giovane principe protestante innamorarsi perdutamente della bella ma cattolicissima Maria Maddalena Trenta. Gli stessi ambienti del palazzo videro poi nel 1785 il re Ferdinando e la consorte regnanti delle due Sicilie approfittare delle prelibatezze di un sontuoso banchetto offerto in loro onore dove si produsse per la prima volta il gelato. Si dice che se ne fee in tal quantità da distribuirne anche al popolo intervenuto ed un prete di campagna ne approfittò così tanto da morirne di indigestione ! In entrambi i casi l’ospitalità ricevuta in questi luoghi di incontro diplomatico fu largamente apprezzata e lodata dagli augusti sovrani, tanto da ricordarne a futura memoria la loro presenza a Lucca a in stampe e dipinti dell’epoca.

Palazzo Bernardini, considerato anch’esso uno dei più fastosi e bei palazzi toscani per la ricchezza e la qualità del mobilio e delle decorazioni,ospiterà invece nel tardo rinascimento personalità di spicco della cultura e fra sette e ottocento anche esponenti della politica e dell’aristocrazia internazionale grazie alla figura di Eleonora Bernardini dama di corte di Elisa Baciocchi Buonaparte, sorella dell’imperatore di Francia Napoleone.

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