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Palazzo Mansi a Lucca

Palazzo mansi, salotti con arazzi

Un visitatore attento e curioso, impegnato a girare per Lucca, si chiederà che cosa ci sarà mai dietro le porte dei palazzi, quali segreti o ricchezze custodivano i lucchesi dietro alle grandi inferriate alle finestre?
Le risposte sono molteplici e non è possibile elencarle in un semplice post, quello che possiamo fare è provare a suggerire un inizio, un punto di partenza che possa portare alla conoscenza e all’approfondimento della storia di Lucca.

Perché questa piccola città toscana ha una bella storia da raccontare, una storia che non si trova nei grandi libri che trattano di battaglie sanguinose o di eroici condottieri. La storia di Lucca è quella di una laboriosa città di mercanti che per secoli ha diffuso i propri tessuti pregiati in tutti i principali mercati europei. Una città che ha ben presto abbandonato la rischiosa via dell’ambizione espansionistica, privilegiando quella della difesa dei propri commerci e delle proprie libertà.

La visita a Palazzo Mansi potrebbe quindi segnare questo inizio alla scoperta di uno spirito cittadino, non troppo eroico militarmente, ma altrettanto entusiasmante.
Il Museo Nazionale di Palazzo Mansi si presenta come il prototipo della Casa del signore lucchese del ‘700.
Un viaggio, quindi, un percorso all’interno delle stanze del palazzo di una delle principali famiglie di mercanti di Lucca. La famiglia Mansi.

Una suggestiva visita nella quotidianità e nello sfarzo del ricco ‘700 lucchese dei mercanti di seta. Un viaggio, che grazie all’arredamento mobiliare e artistico, agli affreschi, ai quadri, agli arazzi e all’architettura, ci consente di mettere a fuoco questa nostra ricerca nella vita lucchese del passato.
La famiglia Mansi fece la fortuna un po’ più tardi, rispetto ad altre famiglie e consorterie, che già dal XII secolo esportavano le proprie sete nel Regno di Francia.
E’ il XVII secolo il periodo di massima espansione finanziaria della famiglia e i mercati per Lucca, a quel punto, si erano estesi a Venezia, alle Fiandre, alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra, ai Paesi Baltici e perfino alla Russia.

Non c’era famiglia dell’aristocrazia europea che non possedesse un tessuto lucchese, finemente decorato e adornato di animali: leoni, lupi, coccodrilli, uccelli fantastici, pappagalli, aquile araldiche. Non c’era bestia selvaggia, di bosco o di mare, che non rientrava nel catalogo delle decorazioni dell’arte della seta lucchese.
Lucca, infatti, riuscì nel corso dei secoli, che vanno dal XII al XVIII secolo, ad affermare i propri commerci ovunque, diffondendo prestigiosi e bellissimi tessuti colorati, prodotti dalle migliaia di telai che si trovavano all’interno delle mura cittadine. Un mercato e una produzione sorprendente per un piccolo Comune, poi Repubblica, militarmente debole ma diplomaticamente ed economicamente forte.
I lucchesi, come tutti i toscani, diventarono grandi viaggiatori, facilitati anche dalla fortunata posizione geografica, che vede la Toscana nel cuore dell’Italia, appena ai piedi degli Appennini che fin dai tempi antichi delimitano il mondo mediterraneo con quello del Nord Europa.

La vicinanza con il mare, il porto di Genova e la presenza di una vasta comunità lucchese che si stanziò nel quartiere Cannaregio a Venezia, tutto questo permise a Lucca di poter utilizzare due dei più importanti porti del mondo conosciuto.
Le destinazioni finali erano Amsterdam, Anversa, Londra, facendo rotta via Lisbona o il Medio Oriente e i paesi Baltici, per quanto riguardava le rotte commerciali che interessavano il porto veneziano.
Il mare era una delle possibilità per esportare grandi quantità di stoffe all’estero, anche se dai documenti si evince che i mercanti lucchesi, quando potevano, preferivano spedire la merce via terra, un tragitto decisamente più sicuro, rispetto a quello su nave, vista la costante presenza di pirati e di rovinose tempeste.
Qualunque fosse il mezzo di trasporto scelto, erano viaggi lunghi e avventurosi e che spesso non prevedevano il ritorno a casa. I rischi erano così alti che prima di intraprendere ogni viaggio, i mercanti scrivevano il proprio testamento.

Ma nonostante le difficoltà, i commerci per Lucca prosperarono nei secoli, con alti e bassi, come ci insegna la storia. Infatti non è possibile tralasciare la grande crisi economica dovuta alla guerra dei Cent’anni tra Regno d’Inghilterra e Regno di Francia, quando i mercanti si trovarono a lungo nell’impossibilità di raggiungere le proprie compagnie nel nord europa, in particolare quelle in Francia.
Il commercio della seta vacillò, tanti fondi chiusero, centinaia di filatori e tessitori persero lavoro, la crisi economica fu pesante, come del resto anche quella politica. I lucchesi erano ormai da tempo entrati nelle corti francesi e inglesi, stipulavano contratti con i signori di entrambi i regni in guerra, rivestivano le loro signore e decoravano i loro palazzi. Fu un periodo di grandi scelte.
Le rotte commerciali furono cosi modificate, le strade della Loira disertate, preferendo quelle più sicure del Reno, verso le Fiandre: Bruges, Anversa, Gand, Amsterdam.

Ed è proprio grazie a questi commerci con le Fiandre che i Mansi stesero le basi alla propria fortuna economica.
Per affermare la nuova e florida situazione finanziaria, nonché l’ascesa ai piani più alti e privilegiati della società lucchese, Ottavio Mansi acquistò una serie di abitazioni con il fine di realizzare un grande palazzo in città. Un regalo di nozze per il figlio Carlo che a breve avrebbe sposato Eleonora, discendente della prestigiosa casata dei Pepoli. Ma dietro a questo romantico gesto tra padre e figlio, si voleva rimarcare (neanche troppo velatamente) i poteri acquisiti nell’universo economico e politico lucchese.
Un palazzo moderno, come nelle grandi capitali europee, uno status-symbol potente e definitivo che finì per diventare il prototipo della nuova architettura dei nobili e mercanti lucchesi. Una costruzione formidabile di spazi barocchi, impercettibili dall’esterno, ma che si svelano in tutta la loro grandiosità, una volta varcata la soglia d’ingresso.

Una costruzione che segna definitivamente il distacco tra la nobiltà e il mondo fuori: il Salone della Musica, le Stanze dei 4 elementi, la Camera degli Sposi. La meraviglia che si svela ai pochi a cui era permesso l’accesso.
Un mondo di privilegi e sfarzo. Un mondo lontano che ha inevitabilmente ed elegantemente segnato la storia di Lucca.

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