Turislucca

L’incolmabile distacco “ciclistico” fra pubblico e privato nel turismo locale.

Per chi fa turismo, i mesi invernali sono fatti per riposare (poco), fare bilanci e fare progetti per programmare il futuro delle stagioni a venire.

Capita allora di  leggere articoli giornalistici delle testate locali corredati da statistiche e censimenti nazionali che, per riempire gli spazi vuoti delle loro pagine locali, scrivono articoli fatti per tirare benzina sul fuoco e scuotere gli animi degli addetti ai lavori.

Pur essendone stati editi molti, anche dai quotidiani locali, solo nell’ultima settimana per la città di Lucca,  sono usciti tre articoli on line dello stesso quotidiano. Questi, nel bene e nel male, inducono a  riflettere. Due articoli riguardano l’accoglienza in strutture ricettive e il terzo servizi culturali, nello specifico i musei statali locali. Se ne potrebbero aggiungere altri legati all’accoglienza gestita dal Comune di Lucca degli uffici informazione, ma al momento, per puro rispetto e solidarietà nei confronti dei bravi colleghi che vi lavorano, mi astengo dal farlo.

Dalla loro lettura se ne ricava che chi gestisce da imprenditore privato le strutture di accoglienza, siano esse case in affitto, hotels, è riuscito in questi ultimi anni a seguire la domanda sempre mutevole e sempre più esigente del turista internazionale con agilità, innovazione, fantasia ed intraprendenza. E tutto questo nonostante la crisi economica che ha attanagliato il paese Italia, chè chè se ne dica  ancora presente e stagnante. Sono emerse quindi, nel panorama locale, nuove figure professionali più o meno visibili al pubblico. Quest’ultime, senza risorse pubbliche, stipendi d’oro, e poltrone di lusso, hanno saputo mostrare abilità è capacità manageriali di tutto rispetto. Molti di questi imprenditori sono giovani ed altri meno giovani che non sono stati presi (purtroppo ?) dai carrozzoni circensi statali, scegliendo autonomamente di muoversi liberamente sul mercato.

Ma perchè esiste al momento questo insanabile gap fra i due “corridori” pubblico e privato ? La risposta posso darla direttamente poichè l’ho vissuta di persona. Giunto sui cinquanta anni posso dire di essere il testimone di come sono andate le cose. Il sistema Italia dagli anni sessanta sino ad oggi, ha  prodotto una intera generazione come la mia,  non per costruire ed evolversi, ma per mantenere con meccanismi burocratici obsoleti e una formazione conservatrice, magari colta ma teorica, sitemi di potere chiusi. In questo elenco interminabile di istituzioni pubbliche si devono nel nostro caso includere, oltre alle ex APT locali, uffici turistici regionali, provinciali e comunali,  anche le istituzioni culturali statali quali i Musei Nazionali.  Podremmo dire in senso omnicomprensivo più in generale, tutto il sistema turismo legato agli enti pubblici locali e non.

Sono mancate quindi, anche per mancanza di ricambio, quelle figure manageriali ai ari livelli e insieme a queste quelli strumenti burocratici legislativi, che permettano, ad esempio, ad un museo pubblico di una  piccola città d’arte di fare sistema con il privato, recepire risorse fuori da quelle pubbliche, essere dotato di uno staff manageriale che sappia cosa sono le fruttuose relazioni pubbliche ed il marcketing. Non è poco !

Credetemi, è frustrante avere idee di servizi da offrire al pubblico e vederesi interfacciare come controparte un funzionario, un dirigente o un assessore che, dopo aver loro esposto il progetto ed averne ricevuto il plauso per la qualità e l’innovazione, ti guardano come un marziano e ti chiedono: ” E le risorse per attuarlo ?”. Già, le risorse ! La vile pecunia. Il danaro. Ma come ! Tu sei ben pagato dalle casse della tua istituzione pubblica per ascoltare progetti e produrre servizi  e non sai come procurarti il danaro per un buon progetto ? Aspetti solo Babbo Natale ? Non conosci personalmente industriali locali ? Facoltosi stranieri che hanno eletto la tua città e il tuo territrio come l’Eden del  loro buon riposo ? Imprese piccole, medie e grandi che possano essere interessate a divulgare la loro immagine legata a questo o a quell’evento ? Non hai relazioni con i media locali, regionali, nazionali ed internazionali per far si che questo o quell’evento possa avere giusta risonanza rispetto alla sua dimensione e qualità così da offrire qualcosa in cambio all’eventuale sponsor ? No ? E allora siamo messi male, molto male signori miei.

Quanto ci sarà da aspettare perchè l’oscuro gregario che arranca raggiunga Bartali o Coppi ? Onestamente non lo so. So invece che i nostri giovani, quelli bravi e quelli “meno” bravi, se non riescono a trovare sbocchi qui in Italia, purtroppo o per fortuna, guardano verso altre frontiere e altri orizzonti. Io,nonostante tutto, tengo duro … e mi do da fare  perchè, come vedete, c’è molto da fare !

Gabriele Calabrese

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