Turislucca

I tempi che corrono…e il turismo

E’ da un bel pò che non metto mano alla tastiera per scrivere qualche riga sul blog di turislucca. Lo faccio oggi. Lo faccio perchè penso sia giusto esprimere il pensiero di un opertore del turismo, in questo caso una guida di Lucca, che da tanti anni cerca di promuovere il bello e il buono della nostra terra a tutti coloro che la vengono a visitare da altri paesi del mondo.

I colleghi che operano in questo settore, per necessità o per naturale virtù personale, hanno imparato a confrontarsi, a capire le diversità dei propri clienti stranieri in visita alle nostre città d’arte, ma anche a cercare di trasmettere la nostra cultura senza, per altro, volerla far prevaricare sulla loro.

Dopo i fatti tragici degli ultimi giorni a Parigi o quelli ancor più tragici dell’interminabile elenco di stragi terroristiche e militari compiute negli ultimi anni fra nord Africa e Medio Oriente, diventa a questo punto difficile, almeno per me, scrivere e promuovere una terra patinata, bella, come se niente accadesse sotto il ridente sole della Toscana.

Come lo si può fare  ad esempio quando, anche qui a Lucca, devo dare spiegazioni ad un turista americano che mi chiede il perchè i parà della folgore, pesantemente equipaggiati, ostentino armi da guerra di fronte ad una chiesa di una piccola città  di provincia ?

Devo rispondere forse che questo manifesto dispiegamento di forze militari in assetto da guerra serve per la sicurezza dei luoghi cosìdetti “sensibili” ? O devo dare la spiegazione poco credibile che servono a pizzicare al massimo qualche borseggiatore sotto la torre pendente di Pisa ?

Onestamente, lo confesso, mi risulta doloroso e difficile rassicurarli o inventare scuse. Pensandoci bene non so se siano un efficace deterrente contro un terrorista imbottito di tritolo ma effettivamente almeno ssono stati efficaci contro le piccole borseggiatrici zingare che disturbano la piazza dei miracoli !

Comunque sia, anche noi, “ambasciatori della grande bellezza”, risultiamo assolutamente impreparati, inadeguati, a promuovere più che la bellezza anche la necessaria  sicurezza.

Il mio augurio è solo uno: che si possa presto trovare un intelligente equiibrio politico fra le nazioni contendenti; che vengano smorzati i fanatismi; che prevalga la logica del bello e della pace e che di conseguenza spariscano finalmente anche dalle nostre pacifiche strade le armi da guerra. Lucca, negli ultimi cinquecento anni è forse stato l’esempio più eclatante di un piccolo stato repubblicano preunitario della ricerca spasmodica ed intelligente della pace. Vorrei che questo esempio purtroppo misconosciuto dai più, pur piccolo che sia, fosse oggi seguito da tutti.

Gabriele Calabrese

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