Turislucca

Il Campo Balilla. Le memorie del cuore. Itinerari di ricordi lucchesi

Tempus fugit, carpe diem , una miriade di modi di dire che in sintesi esprimono tutti lo stesso ineluttabile concetto: la vita va vissuta intensamente in ogni momento. La memoria degli anni passati spesso fa si che questi appaiano tuttavia come i ricordi di ieri mattina. In questo vortice di ricordi emergono immagini di luoghi e volti che, proprio perchè vissuti intensamente, spesso ci riportano sulle labbra un sorriso. Sono luoghi il più delle volte scomparsi o che hanno mutato oggi radicalmente il loro aspetto. La nostalgia alimenta così, in quei fugaci momenti di memorie passate, i palpiti del nostro cuore. E’ la vita. La vita fatta anche di ricordi e di angoli del cuore. Quanti ne abbiamo nelle nostre città ! Basterebbe digitare su facebook il nome di una città qualsiasi d’Italia per scoprire gruppi di nostalgici che postano foto di angoli sconosciuti come apparivano nei secoli o negli anni passati.

Lucca, città millenaria, ne ha avuti tanti. Ma se rivolgo la mia memoria a “ieri mattina”, ricordo fra i tanti “palpiti” ad esempio il “campo Balilla”. Un rettangolo nell’ampio spalto erboso divenuto campo sportivo compreso fra il baluardo S. Maria e quello S. Paolino. Noi, prima ragazzini, poi divenuti “giovani leoni”, lo chiamavamo tutti così, anche se il fascismo non lo avevamo mai conosciuto se non per bocca dei nostri padri. Sono loro che ci hanno tramandato quel nome battagliero dell’eroico bambino genovese Gianbattista Perasso detto “Balilla”. Il fascismo italiano voleva educare i bambini fin da piccoli “all’arte della guerra” dandogli un uniforme militare e un piccolo fucile. Tragico errore ! E tuttavia negli anni post bellici quante battaglie pacifiche ha visto quel campo di gioco ! Partite di calcio all’ultimo sangue, esercizi ginnici, partite di baseball e quant’altro può far sgambare dei ragazzi e ragazze con la voglia di vivere. Era bello anche per il lucchese che, passeggiando sopra le mura, veniva attratto dal trillo del fischietto di un arbitro, dalle urla di gioia dei giocatori dopo un goal segnato o persino dalle imprecazioni degli spettatori a causa di un fallo subito. Fare il nome di una squadra è impossibile. Si farebbe torto a tutte quelle che non nominerei a causa della mancanza di spazio in questa pagina. Vero sport, senza macchie ne intrallazzi. Acqua, sole, fango o vento, tanti giovani lucchesi hanno sfidato l’ebrezza del mettersi in gioco su quelle zolle di prato. Proprio lì, ai margini del campo, mi fregarono anche il mio motorino Ciao. Accidenti, lo ricordo ancora troppo bene quel pomeriggio primaverile !

Oggi i pali bianchi e le traverse non ci sono più. Lo stesso spazio viene occupato una volta all’anno dai capannoni dalla grande manifestazione dei Comics. Altri ragazzi e ragazze, anch’essi gioiosi e colorati, affollano quello spazio. Negli altri giorni di sole, al posto del pallone, ragazzi cingalesi nei pomeriggi di festa, mostrano un gioco sconosciuto a chi è nato a Lucca e ben noto invece agli anglosassoni: il cricket. Segno dei tempi nuovi e delle nuove generazioni che vivono tempi globalizzati. Forse anche loro, senza saperne il perchè, un giorno si ricorderanno di quel prato verde che a Lucca chiamavano “Balilla”.

Gabriele Calabrese

2 commenti a “Il Campo Balilla. Le memorie del cuore. Itinerari di ricordi lucchesi

  1. A fianco del campo di calcio c’era la pista ad anello per gli aeromodelli “a volo vincolato”, che venivano guidati, anzi pilotati in acrobazie incredibili da gente supervaccinata contro il giramento di testa. Ogni tanto, a fianco di mio padre, mentre guardavo rapito cercando di riconoscere le diverse evoluzioni, mi chiedevo come riuscissero a non cadere in terra dopo tutti quei giri. Da bimbo, con le mie sorelle giocavamo a chi resisteva di più a piroettare su s stessi con le braccia aperte e cadevamo ridendo solo dopo pochi giri.

  2. Ciao Pietro. Ti dico la verità, due righe le volevo scrivere a proposito degli aereomodelli, ma non avevo la foto. Grazie per averlo ricordato.

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