Turislucca

Dei delitti e delle pene in antico a Lucca. Pillole di storia per riflettere

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Sono tempi i nostri dove il male, il sopruso e la sofferenza che da essi ne deriva, sono tuttora presenti in ogni angolo della terra . Da noi, in Europa ed in Italia, le più abbiette pulsioni umane non sono differenti da quelle che si palesano in altri continenti e stati del terzo mondo dove troviamo spesso condizioni di vita disumane. Ciò che ci distingue da questi ultimi è il fatto che, da noi, molti delitti rimangono occultati nel finto perbenismo e nelle manifestazioni ludiche di una società spesso drogata dalla frenesia della tecnologia, dal benessere e del divertimento da ottenere a tutti  i costi e con tutti i mezzi. Sarà forse per questa ragione che ultimamente, anche qui in Toscana e a Lucca, sono spuntati come funghi degli pseudo musei della tortura. Si tratta in realtà di un...

I pozzi di Lucca

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“Secondo un antica tradizione, in tempi molto antichi, Lucca era rifornita di acqua mediante un acquedotto forse sotterraneo che, partendo dalle vicinanze di Moriano, faceva capo a numerose fontane, di alcune delle quali si conoscono ancora i luoghi (vi è da aggiungere però che doveva esistere ancora il tracciato dell’antico acquedotto romano che secondo il Silva giungeva nei pressi della attuale chiesa di San Frediano n.d.r.).  Prima della fine del medioevo, però, questo acquedotto si guastò e fu pertanto necessario ricorrere a pozzi, che vennero per lo più scavati sotto le cucine degli edifici per poter attingere acqua direttamente dalle finestre mediante carrucole. In molte corti si vedono ancora, murati all’altezza  delle finestre e sormontate dall’arpione che sorreggeva la carrucola, bacili di pietra che servivano ad appoggiare le secchie ed eventualmente per riempire un piccolo serbatoio collocato sopra l’acquaio.” (...

19 Aprile Lucca e la festa della libertà

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Dopo la morte del signore di Lucca Castruccio Castracani, avvenuta il 3 settembre 1328, Lucca passò di possesso dalle mani di una signoria italiana all’altra, sino a cadere nuovamente nel 1341 sotto la tirannia di pisana retta dal doge Giovanni Dell’Agnello. Questi pose il suo presidio all’interno della fortezza dell’Augusta, possente costruzione voluta dal Castracani come punto di riferimento politico e militare all’interno della città. Il suo regime dittatoriale prosciugò ben presto sia le finanze sia la forza militare e poitica della nemica di sempre: Lucca. Grazie al contributo di mediazione politica dei fuoriusciti lucchesi e garzie sopratutto ad un riscatto della astronomica cifra di centomila fiorni d’oro, l’imperatore Carlo IV di Boemia (quello del famoso “ponte di Carlo” a Praga per intenderci) intervenne a favore della città. Sceso con le sue truppe in Italia affrancò la città dal dominioo pisano...