Turislucca

Vuoti a perdere : Itinerari turistici e storici a Pisa

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Si beve, si consuma, si accartoccia, si rompe e poi, sensibilità ecologica o meno, si butta via. Questo è il destino della maggior parte dei  contenitori di cibo o bevande che usiamo quotidianamente. Spesso pensiamo che tutto ciò sia un cattivo costume tutto contemporaneo. Le ben note vicende di questi mesi, se non di questi anni, relative alle discariche più o meno abusive ormai stracolme di ogni genere di oggetti, biodegradabili e non, hanno riempito le cronache dei telegiornali di tutta Italia, contribuendo a far nascere in molti di noi una nuova sensibilità ecologica.  Vi voglio raccontare però una storiella che mi è capitata uno di questi giorni nella campagna pisana. Facendo una delle mie passeggiate campestri in solitaria a me tanto care per rigenerare il corpo e sopratutto la  mente, mi sono imbattuto in una discarica del tutto...

I pozzi di Lucca

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“Secondo un antica tradizione, in tempi molto antichi, Lucca era rifornita di acqua mediante un acquedotto forse sotterraneo che, partendo dalle vicinanze di Moriano, faceva capo a numerose fontane, di alcune delle quali si conoscono ancora i luoghi (vi è da aggiungere però che doveva esistere ancora il tracciato dell’antico acquedotto romano che secondo il Silva giungeva nei pressi della attuale chiesa di San Frediano n.d.r.).  Prima della fine del medioevo, però, questo acquedotto si guastò e fu pertanto necessario ricorrere a pozzi, che vennero per lo più scavati sotto le cucine degli edifici per poter attingere acqua direttamente dalle finestre mediante carrucole. In molte corti si vedono ancora, murati all’altezza  delle finestre e sormontate dall’arpione che sorreggeva la carrucola, bacili di pietra che servivano ad appoggiare le secchie ed eventualmente per riempire un piccolo serbatoio collocato sopra l’acquaio.” (...