Turislucca

Capodanno pisano. Itinerari toscani nel tempo e nella storia

Giornata freddina e grigiastra ieri mattina. I primi turisti cominciavano a concentrarsi in quello splendore che è la piazza dei miracoli a Pisa. Anche io, come guida turistica, mi aggiravo tra un edificio monumentale e l’altro, quando sento in lontananza un rullo di tamburi. Uno sciame di bambini delle scuole elementari cominciano ad affluire da ogni dove con una bandierina pisana ben stretta nelle manine. Croce bianca con le tipiche pallette alle estremità su campo rosso. Pochi minuti ed è tutto uno sventolare di bandiere, soldati in costume tardo cinquecentesco e figuranti con altri costumi variopinti. A quel punto una collega incrociandomi mi dice sorridendo: “buon anno ! Buon 2014”. Solo allora capisco che, pur essendo per il mondo intero il 25 di marzo 2013, solo Pisa festeggia in anticipo di nove mesi il nuovo anno; il 2014. E si, perchè i Pisani sono gente diversa. I livornesi, con una punta di cattiveria, lo affermano da tempo, ma con accenti ed epiteti assai più coloriti. La diversità in questo caso consiste nel considerare il nuovo anno pisano “ab incanazionem”, cioè dal momento in cui Maria, la madre di Cristo, ricevendo l’annunciazione dall’arcangelo Gabriele, concepì suo figlio Gesù. Quindi con nove mesi di anticipo rispetto alla nascita, giorno nel quale attualmente celebriamo il natale e poco dopo il primo dell’anno. Ecco spiegati quindi i solenni festeggiamenti. C’erano persino i giocatori della squadra di calcio del Pisa per la gioia delle turiste americane che, a tratti, nonostante l’età avanzata, gli facevano gli occhioni languidi. Tutti i bambini e le maestre gridavano: “Viva Pisa, forza Pisa”.  Chi scrive è lucchese e vi posso assicurare che quel grido, per questioni ancestrali tutte toscane, non può proprio meccanicamente articolarsi sonoramente all’interno dell’ugola. Tuttavia nel profondo del mio cuore ero contento. La storia e il senso di appartenenza a una terra rivive anche in queste celebrazioni che a volte possono sembrare ai non locali, quasi circensi. Ero contento di essere parte di quella storia e poterla spiegare a chi veniva da tanto lontano. D’altra parte si sa, anche nelle migliori famiglie dopo il litigio può sbocciare un amore ancora più forte. Quindi, qui lo scrivo e qui lo nego: viva Pisa e buon anno a tutti !

Gabriele Calabrese

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