Turislucca

Lucca,Firenze,Pisa città d’arte. Voglio vivere così?

Quando penso al mio ruolo di guida turistica nel grande “carrozzone del turismo” ho un pensiero fisso: cammino per le strade fra i palazzi e chiese delle città che amo, divulgando agli altri ciò che io conosco per un fine sociale, conservativo, culturale ? O forse sono solo un frammento di un ingranaggio economico senza regole con il solo fine di produrre effimera ricchezza ? Io ho l’illusione di operare per i primi fini che ho esposto, ma la realtà, purtroppo, credo sia la seconda. Le città che amo quindi sono destinate a consumarsi lentamente sotto le suole di milioni di turisti più o meno divertiti e sollazzati. La legge che il governo italiano sta per approvare istituendo in modo generico la figura della guida Italiana in grado di  operare sull’ injtero territorio nazionale, va miopemente in questa direzione. Queste città, borghi e paesi, quindi verranno, in un tempo più o meno lungo, progressivamente digerite dalla massa dei visitatori che, alla ricerca spasmodica di qualcosa di autentico, nel frattempo saranno in grado di ingoiare sempre più gelati variopinti, salami di improbabile cinta senese, litri di pseudo Chianti e purgati da litri di olio sulle bruschette. Li vedo già ora, come in un incubo, sempre più affannosamente speranzosi di scoprire nuovi codici segreti vinciani anche là dove Leonardo non si è mai sognato di passare o di fermarsi. La cosa fondamentale è cercare di non lasciarsi risucchiare da questa questa spirale perversa. Il compito di una guida turistica consapevole è anche quello di fermarsi e riflettere. Riflettere e fare il punto della situazione nel modo più oggettivo possibile. In seguito a ciò agire in maniera determinata facendo opinione e sistema non solo con i colleghi ma con tutti coloro che operano nella direzione di un turismo che sia sempre più indirizzato all’idea di” viaggio” sostenibile e consapevole. Oltre alle chimere spesso sognate del cliente il quale , come ha giustamente scritto un esimio e fortunato collega nel Chianti, spesso ha subito i devastanti effetti di “too much tuscan sun”, mostrare invece il tessuto, non solo artistico, ma anche sociale ed economico di un territorio per quello che è e non per quello che gli altri vorrebbero che apparisse. La situazione in Toscana è già grave; il malato ha già i sintomi ( e qui parlo di Lucca) di una leggera febbriciattola di tipo “A minuscolo”. La rivista statunitense Forbes dichiara che Lucca è una delle città più vivibili d’Europa. E la Lucca del futuro ? Leggete il mio articolo sul blog già pubblicato a tal proposito. Di conseguenza la mia prossima sfida, in ogni dibattito pubblico riguardo le città toscane dove opero, avrà da ora in poi come tema il turismo sostenibile, alla faccia delle leggi e dei politici. Voglio città vivibili, ma non incancrenite nel passato. Voglio città virtuose, dove la popolazione abbia la consapevolezza che ciò che conta e che vale, anche turisticamente parlando, parte dalle esigenze dei residenti. Le città vissute quindi siano in grado di offrire un sistema commerciale vero e non solamente turistico. C’è chi critica il kebab ? Io critico il suvenir del grembiule con la faccia di Mussolini o il pisello del David assieme alla torre di Pisa made in china . Sogno strade con negozi di ortolani, artigiani, macellai, un mercato di frutta e verdura ed altri servizi che fanno di un centro storico anche una città vissuta e non solo uno scenario per turisti. Nel caso delle nostre città d’arte dovremmo inoltre tenere un attenzione di massima allerta sopratutto su ciò che sta avvenendo fuori i singoli centri storici. I politici e gli speculatori (e non i cittadini) vogliono costruire stadi enormi come eco mostri, centri residenziali per inquilini inesistenti, ospedali in zone difficilmente raggiungibili. E i nostri spazi verdi ? Under the tuscan sun…under the tuscan sun… under….under…solo under.

Gabriele Calabrese

Gabriele Calabrese

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