Turislucca

Lucca turismo: Le note ritrovate

imagesCARSBP5LChe la storia, la cultura e le tradizioni di una città spesso siano nascoste da cumuli di terra o all’interno di documenti polverosi è noto a tutti. Così come è noto che le mode decorative più recenti coprano i muri più antichi con strati di calce fresca. In Italia non fa notizia quando, a causa di un rifacimento o addirittura, come purtroppo di ricente è avvenuto in Abruzzo, a causa di un crollo sismico, vengano ritrovati antichi e pregevoli affreschi. A Lucca ad esempio, nella chiesa di San Frediano, non più di un anno fa, a seguito del restauro degli stalli lignei  del coro absidale della chiesa, è stato rinvenuto gran parte di un importante affresco rinascimentale dei primi del XVI secolo recentemente attribuito a Michelangelo di Pietro Membrini.P1030075 Questo bravissimo artista lucchese che ha gravitato nella scia di artisti del calibro di Ghirlandaio, Filippino Lippi e Civitali, ha qui affrescato con mirabile sapienza di pacati toni di colore pastello, con garbo ed elganza di composizione, un tempietto circondato da angeli con un prezioso porta ostia  in vetro trasparente a forma di ciborio.

 Ma non è di questo ritrovamento che voglio oggi parlare. Lo farò forse in una prossima occasione. Voglio parlare invece di un ritrovamento, sempre avvenuto a Lucca, di qualcosa che normalmente può essere scoperto nelle pagine o sulle pergamene di un archivio, ma non sotto l’intonaco di un palazzo pubblico.

Sono ormai quasi dieci anni o forse più (invecchiando il tempo schizza via e  si dimenticano, aimè, sicuri punti di riferimento cronologici !) che il Palazzo Pretorio di Piazza San Michele, cambiando ragione d’uso e divenendo sede dell’ ufficio del bacino del Serchio, sia  stato restaurato anche negli interni. Questo palazzo fu edificato secondo i più nel 1495 ed  è attribuito all’artista rinascimentale Matteo Civitali . Sin dall’inizio fu sede del podestà che aveva carica di giudice civile e criminale e dal 1530 della magistratura cittadina detta Rota, a causa dell’avvicendarsi di tre magistrati che si alternavano nei vari giudizi. Pochi sanno invece che lo stesso palazzo  dal XVI secolo svolse un’altra attività parallela ben più piacevole se comparata a quella dei giudizi penali.25112009(004) Il palazzo fu infatti la prima sede di spettacoli e musica della città quando questa non era ancora dotata di un apposito teatro per le  rappresentazioni sia musicali che di recitazione. I documenti a riguardo sono molteplici, ma se qualcuno volesse approfondire la cosa, basterebbe leggere la storia teatrale redatta da Almachilde Pellegrini in atti dell’ Accademia lucchese di scienze lettere ed arti.  E’ divertente leggere di come i magistrati si lamentassero più di una volta con i senatori della repubblica lucchese, della molestia prodotta dai canti, gli applausi e gli schiamazzi che di frequente si udivano nelle stanze vicine a quelle delle cause penali e civili. La professoressa e musicologa Gabriella Biagi Ravenni, ultimati i restauri, venne a sapere del ritrovamento sotto l’intonaco di uno strano disegno ad affresco e gentilmente me ne dette notizia.25112009(002) Nel corridoio contiguo ad una stanza era stato ritrovato il disegno indelebile di un lungo pentagramma  sopra il quale si distinguevano le note antiche di un canto con le parole di un “maggio”. Il “maggio” era ed è un canto popolare che dà il benvenuto all’arrivo della primavera e dei suoi frutti. A causa dei lavori il palazzo era di facile accesso e quindi andai e lo vidi. Pochi giorni fa, memore di quella visita, ho avuto l’opportunità di tornare a vederli, e devo dire che con il senno del poi e coadiuvato dalla tecnologia contemporanea ho trovato di più e posso finalmente documentarlo (scusate la qualità delle foto fatte con il  cellulare). Non solo le note  con il pentagramma ma anche, il disegno di un castello e di mura (Forse Lucca ed il ricordo del castello dell’augusta con l’aquila imperiale?)25112009(003) ed  un affresco variopinto con le insegne della repubblica e quella araldica rappresentante un unicorno forse di un magistrato in carica. Peccato che le stanze non siano aperte alle visite pubbliche. Mi ripropongo comunque di organizzare nel prosimo futuro una apposita visita guidata. Qualcuno è interessato a seguirmi ?

Gabriele Calabrese

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